lunedì 6 ottobre 2014

#MuseumSchool: l'alba di una rivoluzione...

Seguo con grande attenzione l'hashtag #MuseumSchool! Mi sembra, attualmente l'unico spazio in cui ci sia modo di discutere, democraticamente, con pluralità di voci, immediatezza e dialettica, intorno didattica museale in Italia.

Io lavoro da anni con i bambini e i ragazzi per divulgare e raccontare l'arte. Lavoro con i Musei - ma ne sono fuori, lavoro con le scuole - ma non insegno, lavoro con le biblioteche - ma non da dentro. Incontro genitori, operatori anche in contesti de-istituzionalizzati. Questo mio vivere da esterna, e in diverse parti d'Italia, mi ha dato la possibilità di visualizzare la situazione sotto più punti di vista.




Attraverso la mia esperienza ho riscontrato, dunque,
  • problemi comuni che si cerca di affrontare con le poche risorse che sia hanno a disposizione,
  • passione condivisa, che si cerca di non perdere nonostante le difficoltà contingenti e di impostazione,
  • bisogno di dialogo, per sistematizzare e affrontare le sempre nuove sfide con bambini e ragazzi in merito alla mediazione culturale.
#Museumschool è un'iniziativa che dà importanza alla divulgazione (chi non conosce, non ama, non difende), all'esperienza (reale di chi vive quotidianamente il proprio lavoro) alla condivisione (mettere in rete fortifica, non indebolisce) mettendo in relazione Scuola e Museo.

Perché l'ho trovata rivoluzionaria, perché oggi recuperare la memoria del nostro Patrimonio vuol dire anche giocarsi il futuro. Può suonare vagamente apocalittico, ma sappiamo tutti che è così. E' importante ristabilire una centralità di contenuti, di percorso e della relazione culturale che non può essere secondaria a nulla.

Museo&scuola, luoghi deputati alla conoscenza, alla crescita, alla formazione, è un binomio che va riscritto in grassetto, conta ridare respiro e collaborare per l'educazione permanente. Ristabilire un obiettivo comune, supportarsi con spirito positivo e innovativo, canalizzare sforzi, interloquire. Occorre sperimentare. Creare dibattito vuol dire evolvere ancora prima di cambiare.

Quale potrebbe essere il contributo di chi, come me, museo non è?

Metto sul tavolo di lavoro alcune proposte di discussione, argomenti su cui mi piacerebbe ricevere riscontri e in merito ai quali sarebbe interessante mappare l'Italia e le relative unicità programmatiche e metodologiche:
  • analisi e iniziative che non funzionano. Perché anche descrivere gli insuccessi ed analizzarli contribuisce a creare buone prassi, informazioni e
  • far emergere il ruolo della didattica, in senso personale e professionale. Così che venga smentito per sempre che chiunque può far fare da guida a un gruppo di bambini e bambine. Chi progetta, sperimenta e vive sul campo. Chi che deve adattare contenuti scientifici ad un pubblico tanto vasto (in teoria) quanto esigente. Chi accoglie e racconta
  • confrontarsi sulla comunicazione, capire quanto influisca sulla fruizione, sul messaggio di ingrasso alle attività e sul consolidamento dei contenuti.
  • accogliere, stimolandola, la voce dei genitori e degli insegnanti, di coloro che l'offerta la ricevono, attivando progetti di partecipazione attiva.
Sono tutte cose che esistono, qualcuno mi dirà. Certo, ma non sono né diffuse, né sistematizzate. L'idea è che con l'apporto di tutti e di ciascuno, si concretizzi una ricerca che potrebbe portare alla creazione di un database comune e condiviso, che raccoglie i progetti di didattica rivolta alla scuola, e in generale ai bambini e ai ragazzi, di tutti i Musei Italiani. Un centro di documentazione collettivo e in continuo aggiornamento ragionato. Potremmo chiamarla DidattiTeca. Dove ad uno spazio virtuale corrisponderà la volontà reale di cambiare volto all'utilizzo della nostra Cultura.

Leontina Sorrentino
Didattica Arte Bambini



    

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